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Il Selenio riduce i sintomi oculari della malattia di Graves


Il trattamento con Selenio riduce i sintomi oculari nei pazienti con malattia di Graves. I pazienti randomizzati a ricevere l’antiossidante hanno presentato in media un aumento di 8.73 punti alla scala Graves' Orbitopathy-Specific Quality of Life rispetto al valore di 2.4 punti nei pazienti trattati con placebo ( p=0.001 ).
Al contrario, i pazienti trattati con Pentossifillina ( Trental ), un farmaco ad azione antinfiammatoria, non hanno osservato alcun beneficio rispetto al placebo ( -0,21 vs -2.4; P=0.52 ).

Circa la metà dei pazienti con malattia di Graves presenta un coinvolgimento oculare, e i sintomi comprendono dolore retrobulbare, eritema, edema e dolore con il movimento degli occhi.
Nei casi gravi, gli steroidi e le radiazioni sono le opzioni di trattamento, ma la strategia terapeutica ottimale per la forma lieve del coinvolgimento oculare non è ben definita.

Un approccio è rappresentato dal monitoraggio dei sintomi e l'utilizzo di misure locali, come lacrime artificiali. Il trattamento viene ritardato fino al momento del progredire dei sintomi.
E’ stato dimostrato che solo 1 paziente su 5 va incontro a risoluzione spontanea dei sintomi oculari.

Poichè i radicali liberi dell'ossigeno e l'infiammazione contribuiscono alla patogenesi nell’orbitopatia di Graves, i ricercatori dell’Università di Pisa hanno eseguito uno studio clinico multicentrico, confrontando il Selenio, la Pentossifillina e il placebo in 152 pazienti.

L’età media dei partecipanti era di 44 anni e la maggior parte erano donne. La durata dei sintomi oculari era di circa 6.5 mesi.

Sulla componente funzionamento visivo del punteggio della qualità della vita, un cambiamento clinicamente significativo in 6 punti è stato osservato nel 62% dei pazienti nel gruppo Selenio.
E sulla componente aspetto, il 75% ha migliorato di almeno 6 punti.

Inoltre, un minor numero di pazienti nel braccio Selenio ha manifestato un peggioramento della propria qualità di vita rispetto al placebo ( 17% contro il 43%, P=0.004 ).

Complessivamente, l’orbitopatia è migliorata nel 61% dei pazienti nel braccio Selenio, nel 35% nel gruppo Pentossifillina, e nel 36% nel gruppo placebo.

I risultati specifici responsabili dei miglioramenti sono stati: cambiamenti nell’apertura della palpebra e nel coinvolgimento dei tessuti molli.
L’apertura delle palpebre è migliorata a 6 mesi nel 37%, 15% e il 12% dei pazienti trattati, rispettivamente, con Selenio, Pentossifillina e placebo.
A livello dei tessuti molli il miglioramento è stato, rispettivamente, nel 43%, 42% e nel 32%.

I punteggi di attività clinica che riflettono i cambiamenti nella gravità dei sintomi hanno mostrato una maggiore diminuzione con il trattamento con Selenio che con Pentossifillina o placebo ( -1.9 rispetto a –0.9 e –0.6; P inferiore a 0.001 ).

Sette pazienti trattati con Pentossifillina hanno presentato effetti avversi con la nausea come evento più comune.
Nessuno dei pazienti trattati con Selenio o con placebo ha riportato effetti indesiderati.

Le limitazioni dello studio comprendevano la mancanza di dati disponibili sui livelli di Selenio nel siero, e il fatto che la maggioranza dei pazienti viveva in zone dove i livelli di Selenio sono un po’ bassi.

Secondo gli Autori, la carenza marginale di Selenio può aver favorito gli effetti benefici della supplementazione a base di Selenio. Tuttavia, i dati hanno indicato che la supplementazione di Selenio per 6 mesi migliora il decorso dell’orbitopatia di Graves. ( Xagena2011 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2011


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